Un incontro non tanto casuale..

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okkioniblu91
view post Posted on 27/10/2011, 23:52








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Era strano rimettere piede fuori, dal momento che aveva passato la maggior parte del tempo chiusa in un appartamento alle prese con il controllo dei propri poteri. Per come era fatta Alexiel, non era riuscita a resistere tanto a lungo. Il richiamo della caccia le bruciava nel sangue e non poteva farci assolutamente niente.
Cacciare era come liberare la mente dai brutti pensieri, lo era sempre stato da quando Eric era morto e l' aveva lasciata a sé stessa.
Si era sempre arrangiata, o almeno aveva provato a sopravvivere da sé.
Anche se quella volta non era per la caccia, aveva sentito il netto impulso di mettere il naso fuori dall'appartamento di Zed, per poter respirare aria cittadina. Le mancava un po' la monotonia di ogni giorno. Viaggiare in moto, sfrecciare tra le auto e rintanarsi in qualche strambo fast food dai menù stagionali. Le mancava l'ordinario.
Aveva finito per prendere la moto, dopo aver lasciato un biglietto veloce a Zed. Gliel'aveva lasciato sul tavolo della cucina, in bella vista, con una barretta di cioccolata accanto, come ad attirare meglio la sua attenzione.
Aveva evitato di mandargli un messaggio sul cellulare, anche perché aveva appurato una scarsa dimestichezza con la tecnologia, nonostante avessero passato ormai molto tempo assieme ed avessero sviluppato una sorta di.. relazione. Non sapeva bene come definirla, ma più o meno doveva essere quella la relazione, per quanto potesse suonarle lievemente strano dal momento che le era mai capitato. Però stava bene, a parte lievi sogni che l'avevano fatta dormire poco tranquilla.
Ora era a cavallo della sua moto. O meglio, la moto di Eric. L'aveva tenuta con se come una sorta di reliquia, ogni frammento di quell'ammasso di metallo le ricordava Eric.
Era proprio lì sopra che lui l'aveva portata in salvo dalla loro casa in fiamme. Rabbrividì appena a quei ricordi, ma andava molto meglio rispetto a prima, grazie a Zed ovviamente.
Aveva dato lieve gas e si era inoltrata nel traffico mattiniero, soffermandosi soltanto per un quarto d'ora ad un caffé poco lontano dall'appartamento.
Si era seduta comodamente su uno degli sgabelli ed aveva assaporato la sua solita cioccolata calda. Anzi, rovente, per poi rimettersi in sella e guidare a caso fino a giungere nei pressi dell'università.
Da piccola avrebbe voluto tanto andarci, ma il destino le aveva azzoppato le speranze, in ogni senso.
Non aveva nessun caso tra le mani e, forse era meglio così. Non le andava tanto di mettersi in mostra dopo tutto quel casino per nasconderla.
Sarebbe stato come gettarsi nel fuoco e non voleva creare altre paranoie alla fenice. Non voleva farlo preoccupare e soprattutto, non voleva mettersi nei guai, anche se era camuffata abbastanza bene. Non molti demoni erano sopravvissuti durante l'attacco della sua morte, ma non poteva dirlo con certezza.
Parcheggiò la moto vicino ad alcune automobili e scese, infilando il casco nel sellino della moto. Si era ravvivata i capelli e si era calata il cappuccio sul volto. Un paio di Ray ban le coprivano gli occhi chiari e, dopo essersi infilata le mani in tasca, aveva iniziato a camminare senza una meta precisa.
Forse si sarebbe soffermata sulla panchina più avanti, oppure..si sarebbe distesa sul prato del campus per schiacciare un pisolino.. non avrebbe fatto niente, per il momento, o almeno se non avesse trovato altro di meglio da fare, anche se un lieve caso non le avrebbe fatto male.



 
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Lorelai Wayne
view post Posted on 28/10/2011, 00:34








© Lorelai Victoria Anderson

:lorelai:


Lorelai era arrivata al quinto mese, era un po' più evidente la sua pancia ma non quanto sarebbe dovuta essere, per quel che ne sapeva ed era poco, decisamente. Aveva più spazio e il caffè, la nausea c'era ma non vomitava più da qualche giorno, lo riteneva positivo, doveva esserlo per forza. Non le toccava passare buona parte della mattinata china davanti al gabinetto per dover rimettere quello che mangiava e anche quello che probabilmente neppure ricordava di aver mangiato. Quel giorno era a casa da sola, non doveva studiare, si annoiava, più del solito. Era un po' che non usciva di casa per motivi diversi da studio o qualche altra visita medica dall'ultima volta che era andata al parco. Forse perchè era tanto che non aveva neppure modo di mettersi nei guai, il che suonava strano, positivo ma un po' noioso per qualcuno che sembrava una calamita per le situazioni strane e problematiche. Aveva sfogliato il giornale come sempre, erano ancora le dieci di mattina. Si era soffermata a leggere un articolo stranamente interessante, alcune spazioni insolite, soltanto un uomo era tornato ma non ricordava più nulla, era ricoverato in ospedale psichiatrico, ancora in stato di schiock dopo una settimana circa dal suo ritrovamento. Lorelai era tentata dall'uscire di casa e andare a vedere cosa potesse essere. Era andata a fare una doccia e aveva cercato vestiti comodi e larghi, era riuscita a trovare una veste e mezze maniche nera. Era abbastanza larga da non comprimere la pancia o darle fastidio in qualche modo. Non si era premurata di comprare molti vestiti per quel periodo, non le piacevano, erano troppo rosa per i suoi gusti e non riusciva a portare i jeans. Terminò di vestirsi indossando un paio di leggins lunghi sempre neri e un cappotto lungo da sopra in viola, anche questo non troppo stretto. Mise anche il giornale nella borsa nera e lo portò con sé, sapeva che poteva tornarle comunque utile. Uscì di casa, dimenticandosi anche solo di avvisare Kaine che non ci sarebbe stata, anche perchè contava di tornare a casa presto, avrebbe fatto qualche domanda e dopo sarebbe tornata per le richerche, nulla di grave. Anche perchè non aveva idea di cosa fosse successo e di che genere di creatura fosse, era del tutto impreparata ed era l'ottima opzione per farsi uccidere, neppure lei era così impulsiva. Scese le scale, lasciando gli alloggi universitari, fino a notare un bar. La parete vicino all'ingresso portava una pagina di giornale, si avvicinò per curiosare e leggere gli articoli che riportava scritti, era sempre utile. Era lo stesso giornale che anche lei aveva in borsa, non le avrebbe detto nulla di nuovo. Entrò nel bar, avrebbe preso un caffè e qualcosa da mangiare, aveva fame. Doveva anche andare un momento al bagno, purtroppo le sue condizioni la portavano a doverci andare più spesso di prima. Si avvicinò al banco, notando che non era la sola quella mattina, c'erano altri due clienti alla sua sinistra e una ragazza dai capelli biondicci, sembrava avere l'aria annoiata. Ordinò un caffè grande con panna, tantissima panna e scaglie di cioccolato, voleva fare il pieno di zuccheri. Aggiunse anche una busta di ciambelle da portare via: sia allo zucchero che al cioccolato, almeno una decina. Aveva più fame del solito negli ultimi periodi e sapeva da sola per quale motivo. Dovette usare prima il bagno e tornò qualche minuto dopo, sedendosi ad uno degli sgabelli, mentre aspettava quello che aveva ordinato. L'ora della colazione per le persone che avevano anche un lavoro e si svegliavano presto doveva essere passata da un po', considerando che quando le toccava uscire alle sette prima vedeva più gente a quel bar.






 
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okkioniblu91
view post Posted on 29/10/2011, 00:31








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Si sentiva quasi un aliena in mezzo a tutte quelle persone. Forse la coscienza di non essere normale a farla sentire a quel modo, ma alla fine non le dispiaceva più di tanto, non quando quel dono poteva esserle utile ad aiutare le persone e ad evitare grossi disastri.
Era ben consapevole di essere un bersaglio gigantesco con un enorme insegna luminosa e fosforescente sulla testa.
Era rischioso andarsene in giro come se nulla fosse, come se fosse appunto una donna normale, anche se non lo era affatto, ma non poteva nemmeno rimanersene chiusa in casa per tutta la vita. Se ci fosse stato qualche rischio, lo avrebbe risolto, per la sua salute mentale.
Si guardò attorno, stando ben attenta a evitare ad eventuali soffi di vento di scostarle via il cappuccio. L'aveva chinato sul capo, in modo da nascondere i lunghi capelli biondi.
Non aveva cambiato aspetto, ne aveva assunto altre sembianze momentaneamente, quindi avrebbe avuto decisamente qualche problema nel caso qualche demone avesse avuto la sfacciata fortuna di individuarla e darle la caccia.
Era un abbigliamento abbastanza neutro e banale, non attirava di certo l'attenzione, e questo era esattamente favorevole a ciò che doveva fare in quel momento.
Non era molto lontana dal campus, in effetti era nei pressi, tuttavia non si era inoltrata più affondo. Non ne vedeva propriamente il motivo, a meno che non avesse rinvenuto una notizia abbastanza interessante che lo riguardava.
Magari c'era stato qualche caso nei dintorni ed avrebbe potuto dare una mano a delle persone innocenti.
Camminò per almeno mezz'ora. Si stava abbastanza bene. Erano gli inizi dell'inverno eppure non faceva poi così tanto freddo. Probabilmente era stata talmente tanto a contatto con Zed da abituarsi al calore e rievocarlo automaticamente nei momenti di freddo puro. Eppure si stava bene in quel momento.
Il vento le sferzava lievemente il volto, nonostante avesse il cappuccio e gli occhiali scuri le coprivano gli occhi, permettendole quindi di osservarsi attorno senza essere scorta e destare sospetti.
Durante la sua "passeggiata" un articolo posto su di ingresso di un bar, sembrò attirare la sua attenzione. Più che altro per il titolo. Si soffermò appena nel curiosare. Essendo cacciatrice ogni cosa poteva risultare importante per un qualsiasi tipo di caso. Non c'era niente da sottovalutare.
Lesse riguardo ad uno strano tipo e lanciò uno sguardo all'interno del bar. c'era qualcosa che l'attirava come una calamita, come se sentisse che c'era un caso nei paraggi.
Non riuscì a resistere ed entrò, lasciando che il dolce profumo di ciambelle e dolci le invadesse le narici.
Nonostante mangiasse molti dolciumi, non ingrassava di un etto. Questo era decisamente una cosa a suo favore.
Una volta messo piede dentro il locale, si guardò attorno.
Non c'erano molte persone, forse perchè l'orario era quello che era, ma non le dava fastidio anzi, anche se più gente c'era, più c'era l'occasione di racimolare qualche notizia.
c'era una ragazzina con i capelli biondi ed un altra persona e poi, una ragazza dai capelli rosso fuoco. Le lanciò un'occhiata curiosa, per poi sedersi ad uno degli sgabelli.
Sentì la sua aura giungerle forte e chiaro. Non era del tutto umana, era.. una strega. Esattamente. In quei mesi aveva imparato a distinguere anche e perfettamente le auree delle persone. Non sapeva bene che intenzioni avesse, ma decise di tenerla d'occhio. Si sedette meglio e si sfilò via gli occhiali, sbattendo piano le palpebre. Aveva lievi occhiaie, ma era normale. Sorrise al commesso ed ordinò una cioccolata calda ed una ciambella al cioccolato con smarties sopra. Ringraziò e poggiò il gomito sul bancone.
-A quanto pare non sono l'unica ad avere il verme solitario- disse solo, con lieve tono ironico, ma con il sorriso sulle labbra. Era rivolta alla rossa.



 
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Lorelai Wayne
view post Posted on 29/10/2011, 01:01








© Lorelai Victoria Anderson

:lorelai:


In quel momento entrò un'altra ragazza, un'altra non mattiniera e Lorelai si accomodò qualche altro minuto per bere con calma il caffè. Aveva fame, era il primo vero e proprio strappo alla dieta che faceva, una sorta di fuga, come se avesse cinque anni. Probabilmente di testa aveva più o meno quell'età. Intanto le ciambelle venivano sistemate in una busta, vederle e sentirne l'odore era una cosa piacevole, anche se dopo sarebbe ingrassata ma era incinta, sarebbe ingrassata comunque. Un bar era un posto sicuro, avrebbe però dovuto raggiungere l'ospedale psichiatrico per fare qualche domanda a quell'uomo e di sicuro lì ci sarebbe stato qualche problema. Era troppo ostinata per tirarsi indietro di fronte a questo. Prese il cucchaino di plastica colorato di una sorta di verde acqua ed iniziò a mangiare la panna sopra al caffè, c'erano anche le scaglie di cioccolato, questo rendeva quel caffè migliore di come appariva. Poggiò il cucchiano nella tazza e recuperò tre bustine di zucchero, iniziò aggiungendone due e mescolò. La ragazza in quel momento attirò la sua attenzione, dopo aver ordinato qualcosa da mangiare, anche lei non sembrava scherzare in quanto a zuccheri. Le rivolse la parola, dopo essersi seduta vicino a lei. Lorelai spostò lo sguardo sulla ragazza, aveva il cappuccio calato sul viso, anche se a distanza ravvicinata si intravedeva comunque. I capelli biondi erano in parte celati, così come il viso ma riuscì ad intravederli appena. Annuì, - Più di un verme, almeno due - disse, ironica, un modo scherzoso per dire che era incinta, anche se non era comprensibile, non a tutti. Non si vedeva molto la pancia e con i vestiti che aveva addosso si vedeva anche meno. Sembrava soltanto terribilmente affamata e non bisognosa di sfamare una creaturina che le cresceva nel grembo. Riprese a mescolare il caffè, prima di prenderne un sorso. Era circa un mesetto che poteva berlo di nuovo e poteva affermare che ne aveva decisamente sentito la mancanza. Spostò lo sguardo sulla ragazza, anche se non aveva idea di chi fosse, non sembrava ostile, anche se sentiva che non era propriamente umana, ma non era neppure un demone. Portarono le ordinazioni anche a lei e successivamente il commesso poggiò le ciambelle sul banco, vicino a Lorelai. La rossa pagò e prese il giornale in borsa, - cosa sapete dirmi di questo ospedale? - chiese, indicandolo, chiaramente per sapere dove si trovasse. Il ragazzo si chinò appena per dedicare la sua attenzione all'articolo, per capire meglio a cosa si stesse riferendo, c'era una foto dell'ospedale, era ben visibile, avrebbe capito al volo di quale si trattava.
- E' un ospedale psichiatrico - le rispose, spiegando nei dettagli, non sembrava un luogo cattivo, anzi, normalissimo, a parte per il settore medico di cui si occupava in particolare. Le disse più o meno dove poteva trovarsi ma senza spiegare troppo nei dettagli, avrebbe dovuto capirlo da sola. Poteva intuire facilmente dove potesse trovarsi, esterno al campus, ricordava alcuni punti di riferimento come una libreria dov'era andata qualche volta e un bar non troppo distanti. Non aveva mai sentito il bisogno di passare a quell'ospedale però, avrebbe dovuto troare una copertura abbastanza valida che le facesse avere delle informazioni. Poteva optare per andare come giornalista tramite il giornale del campus, sarebbe stata comunque un'idea.

 
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okkioniblu91
view post Posted on 31/10/2011, 22:45








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Quel posto non era poi così male. Niente affatto. Tutto sommato era in una zona tranquilla ed il cibo non aveva per niente quel retrogusto di di plastica, come di solito lo avevano le ciambelle preconfezionate. Probabilmente lì le facevano a mano, come tutti gli altri dolci presenti dietro le vetrine di quel negozio. L'odore era inconfondibile.
Osservò quasi con impazienza il commesso nel mentre si decideva a darle la sua adorata ciambella. Da quanto non faceva una colazione in un bar? Probabilmente da fin troppo tempo, forse per quello sulle labbra si era aperto un lieve sorriso stralunato. Sembrava quasi essere su un altro pianeta a volte, ma probabilmente era il suo lato lunatico a sgobbare per tutto il tempo.
Zed, in quel momento, doveva essere andato a lavoro, a meno che non gli fosse venuta in mente un'idea delle sue. Le sfuggì involontariamente un mezzo sorriso, tra i due non era di certo lui quello che rischiava di più, anche se la sua natura la diceva lunga sui rischi che correva. Eppure sperava fosse tutto intero all'interno di quell'ospedale. Non sapeva bene se togliersi il cappuccio o meno. Non era poi così tanto una buona idea in effetti, non poteva mai sapere chi girava, anche se poteva sentire la presenza dei demoni ormai. Nei dintorni non sentiva auree strane a parte quella della ragazza accanto a lei, anche se ora che ci faceva meglio caso, non si trattava di un aura sola, o almeno c'era qualche cosa particolare. Erano.. due.
La cosa le venne confermata quando la rossa si girò verso di lei. Aveva l'aria simpatica, oltre che un tantino nevrotica. Guardava il suo caffé come se fosse rimasta in astinenza per un bel pezzo. Proprio come un drogato che si gettava sull'eroina dopo alcuni mesi che nemmeno la vedeva. Forse per quello, le sfuggì un sorriso del tutto involontario. Alcune persone mettevano di buon umore anche soltanto con un sorriso o una parola. Probabilmente era lo stesso anche con lei.
Rise appena alle sue parole. -Auguri- le disse, come a volerle far capire che aveva intuito la sua situazione. Poi notò quanto cibo aveva ordinato e scosse appena il capo, sorridendo ironica.
-Allora ti conviene darci dentro, o avrai qualche problema condominiale- scherzò sorridendo, intanto che l'odore di cioccolata calda le inondava le narici. Si voltò automaticamente verso il cameriere, rivolgendogli un lieve sorriso per poi annusare appieno l'odore della cioccolata, afferrò però la ciambella e le diede un gran morso, rimanendo qualche istante in completa adorazione.
-Dovrebbero metterci più smarties- constatò, sorridendo. Involontariamente, aveva spostato lo sguardo sulla ragazza. Imbacuccata com'era, non sembrava affatto incinta. Probabilmente per quella tipica corporatura, dato che era piuttosto esile. Nonostante i vestiti le donassero un po' di "massa" in più, era più che evidente che il suo fisico fosse minuto e dall'aspetto quasi gracile, anche se dai suoi modi di fare, era evidente che avesse più energia di una super nova.
Si distrasse nuovamente quando cominciò ad interrogare il commesso. Non poté fare a meno di inarcare lievemente un sopracciglio, individuando con occhio esperto quella sorta di ospedale che spiccava sulla pagina del giornale. L'aveva passato poco prima di arrivare lì, ma non vi aveva prestato più di tanta attenzione.
Era curioso che una ragazza tale si interessasse di un ospedale, a meno che non avesse fatto parte di qualche sorta di giornale. Doveva avere più o meno la sua età, se non che era più piccola. Magari frequentava l'università.
Le lanciò uno sguardo distratto, fintamente, per poi osservare anche il commesso ed annotare mentalmente tutte le informazioni che stavano tirando fuori.
Non poteva ancora sapere cos'avesse in mente, ne tanto meno che volesse indagare. Tuttavia fece la finta tonta e, dopo che il ragazzino fu "rapito" da altri clienti, le rivolse nuovamente lo sguardo. Ovviamente aveva già pagato all'altro ragazzo che lavorava lì. Addentò nuovamente la sua ciambella e bevve un sorso di cioccolata.
-Se vuoi posso darti un passaggio- commentò, -Mia nonna è ricoverata lì..magari facciamo la strada insieme, un po' di compagnia non ammazza nessuno- ironizzò appena, intanto che giocherellava distrattamente con gli occhiali che aveva poggiato al bancone.


 
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Lorelai Wayne
view post Posted on 31/10/2011, 23:41








© Lorelai Victoria Anderson

:lorelai:


Lorelai inarcò un sopracciglio quando la bionda le fece gli auguri e collegò subito, a quanto pare aveva capito che era incinta. Sorrise appena, non era ancora abituata a dire a tutti che aspettava una bambina, ancora le faceva strano.
- E' così evidente? - chiese con una leggera vena di sarcasmo nel tono di voce, prima di ringraziarla e prendere un sorso del suo caffè, era tanto che non riusciva a berne da quel bar, lì era il migliore e non era decaffeinato. Quello era solo acqua sporca, come diceva sempre. Rise appena alle parole della ragazza ed annuì, - non c'è dubbio - disse, con evidente sarcasmo, sarebbe rimasta lì a bere il caffè e ne avrebbe ordinato un altro prima di andare via.
Era diretta all'ospedale psichiatrico, un altro caffè non le avrebbe fatto male ed era certa che alla piccola sarebbe piaciuto anche quello, oltre che le ciambelle. Frugò nel sacchetto e ne recuperò una, aveva preso quella con lo zucchero ed iniziò a mangiucchiarla, aveva fame, anzi, avevano fame, sicuramente anche la piccola aveva bisogno di cibo. Era lieta di riuscire a mettere qualcosa nello stomaco senza che ne volesse successivamente uscire, fortuna che le nausee l'avevano abbandonata, non avrebbe resistito a lungo. Anche la ragazza vicino a lei, di cui ancora non sapeva il nome, sembrava avere abbastanza fame, eppure non appariva incinta.
Neanche lei lo sembrava con tutti quei vestiti e la pancia non così evidente, però tutto era possibile.
La bionda commentò la ciambella dicendo che dovevano metterci più smarties sopra, - Un attimo, non dovrei metterci molto ma non è sicuro - disse, ironica la rossa ed iniziò a frugare nella borsa, tirandone fuori un piccolo pacchetto di smarties, - in genere li aggiungo dopo, sono più buoni - disse, sorridendo e porgendole il pacchetto. Aveva la borsa super fornita di schifezze, quella si era salvata al controllo, anzi, neppure ricordava di averla ancora ma non erano scaduti. Prese un altro sorso di caffè, per evitare di berlo troppo freddo, intanto che il ragazzo al bar aveva risposto alle sue domande, non c'era altro da aggiungere, le serviva un piccolo passaggio, non riusciva facilmente a guidare in quelle condizioni. Le doleva ancora la schiena ma non troppo, forse era anche la mancanza di abitudine nel farlo, alla fine in una città come quella per evitare il traffico, era più facile camminare a piedi. L'auto l'aveva lasciata sotto casa del fratello, anche se le faceva ancora strano vivere lì. La bionda aveva sentito, a quanto pare, si offrì di accompagnarla a quell'ospedale e Lorelai le rivolse di nuovo lo sguardo. Sembrò pensarci qualche istante, bevve l'ultimo sorso di caffè. La ragazza aveva sua nonna lì e poteva portarcela.
- Certo, lascia che prenda dell'altro caffè, ora che posso e arrivo subito - disse, ordinando un bicchiere di caffè grande da portar via, mentre afferrava la borsa, sistemandosela meglio sulle spalle e recuperava il sacchetto delle ciambelle, prendendone un'altra ed iniziando a mangiucchiarla. La lasciò nel sacchetto appena fu pronto il caffè e lo prese nell'altra mano, alzandosi dalla sedia.
- Possiamo andare - disse, dopo aver aspettato che anche lei fosse pronta. Lasciò il bar, - Ah... io sono Lorelai, tu come ti chiami, biondi capelli? - disse, il tono era leggermente sarcastico ma non cattivo, era soltanto ironia, niente di più. La bionda aveva sicuramente l'auto per recarsi fino all'ospedale, così non avrebbero dovuto fare troppa strada a piedi. Si era fermata davanti all'uscita del bar, aspettando che fosse la bionda a dire dove aveva messo l'auto.

 
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okkioniblu91
view post Posted on 3/11/2011, 21:38








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Ovviamente, quello della nonna era soltanto un misero sotterfugio per poter capire meglio le intenzioni della ragazza. Era fin troppo interessata a quel luogo per sembrare frutto di uno strano caso. Sicuramente troppo anche per un articolo per il giornale dell'università. Chissà, magari era soltanto tanto curiosa e tremendamente imprudente.
Tutto era possibile, ma Alexiel preferì non dire niente a riguardo. Avrebbe controllato da vicino, il che non era nemmeno tanto male. Tanto per quella giornata non aveva niente in programma, soltanto una semplice passeggiata. Era curiosa di sapere cosa lei aveva in mente però. Proprio per questo si era offerta di darle un passaggio. Per essere incinta, era molto portata per le avventure e ciò era estremamente imprudente, per la sua sicurezza e quella del bambino.
Aveva accettato di buon grado gli smarties. Aveva sorriso e ringraziato. Non aveva quasi mai l'occasione di fare un po' di rifornimento di schifezze, anche se a volte capitava di fermarsi in una zona di sosta e consumare pasti in auto grill e altri locali immersi nell'anonimato. Qualsiasi negozio era provvisto di quelle cose, come gomme, sigarette e snack. Non era propriamente un male. Di solito mangiava abbondantemente soltanto quando si soffermava ad un fast food, o appunto in un autogrill. Per il resto si accontentava delle barrette energetiche o tutto ciò su cui riusciva a metter mano.
Terminò di bere la cioccolata e la sua ciambella, per poi alzarsi in piedi ed infilarsi nuovamente gli occhiali da sole. Era meglio passare il più possibile inosservata. Era meglio per lei, per la donna a cui avrebbe dovuto dare il passaggio e per l'intero pianeta.
Osservò la ragazza pensarci su ed attese pazientemente un eventuale risposta. Non c'era nessuna fretta, tanto non aveva nessuna vera cara nonnina ad aspettarla con un pacco di biscotti in mano.
L'osservò con fare quasi divertito, poi scosse il capo e sorrise appena, nel mentre si accingeva a seguirla fuori dal bar. A quanto pare aveva pensato bene di fare rifornimento di dolce e caffè.
-Provviste per l'inverno?- chiese, ironica. Rivolta ovviamente a ciò che la rossa aveva preso. Sembrava sul serio essere rimasta a secco per un po'. Ax non era mai stata incinta, quindi non sapeva bene come funzionava. Magari la ragazza aveva dovuto seguire una specie di dieta, oppure alcuni alimenti le avrebbero fatto male, a parte che sapeva per certo che con il caffè non bisognava esagerare.
Una volta in strada, il lieve venticello che l'aveva accompagnata fino a lì, fece in modo di venirle in contro nuovamente. Si infiltrò al di sotto del cappuccio, come a volerglielo scostare dal capo e liberare la zazzera disordinata di capelli biondo grano che manteneva lì sotto. Si portò automaticamente una mano sul capo, come a voler evitare ciò e rivolse lo sguardo alla rossa quando ella le rivolse la parola.
Accennò un mezzo sorriso. Lorelai. Nome curioso, ma l'aveva già sentito da qualche parte.
-Alexiel, ma chiamami Ax- commentò annuendo.
Le fece segno di seguirla, nel mentre si dirigeva nella direzione in cui era venuta.
-Sei già salita su una moto, vero?- commentò poi, lievemente ironica, dopo averle indicato il proprio mezzo parcheggiato poco distante. Aveva ancora due caschi, per fortuna. Uno era del fratello, l'altro era il suo. Avrebbe messo quello di Eric come al solito e l'altro l'avrebbe passato alla ragazza.


 
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Lorelai Wayne
view post Posted on 3/11/2011, 23:52








© Lorelai Victoria Anderson

:lorelai:


Lorelai annuì quando le chiese se faceva provviste, - In un certo senso, è che ho abbastanza fame - disse, ironica lei, intanto che raggiungevano l'auto o la moto della bionda. Non sapeva quale mezzo di trasporto utilizzasse, anche se cercava di indovinarlo per curiosità, ma l'avrebbe visto a breve. Aveva portato con sé i sacchetti e prese un sorso di caffè intanto che camminavano, le era decisamente mancato, senza dubbio. Anche se probabilmente quella era l'ultima tazza che poteva bere per quel giorno.
La ragazza si presentò con il nome di Alexiel ma aggiunse che poteva chiamarla Ax, - Certamente, Ax, bel nome comunque - le disse la rossa, non l'aveva mai sentito, le piaceva. Continuò a seguirla, mentre sembrava che raggiungessero la moto della bionda, a quanto pare l'aveva parcheggiata abbastanza lontano dal bar. Non le dava fastidio camminare, non era ancora ingrassata tanto da impedirle di muoversi come voleva.
Dovevano essere arrivate al mezzo di trasporto, a quel punto Ax le chiese se era già salita su una moto. Lorelai non aveva mai provato e non sapeva se si sarebbe irrigidita oppure no, - No ma posso sempre provare - disse, scrollando le spalle, senza mostrarsi spaventata all'idea.
In quel momento sentì lo squillo del telefono, suppose potesse essere Kaine ed iniziò a cercarlo nella caotica e troppo grande borsa nera che portava a tracolla.
- Prima rispondo, poi andiamo - disse ad Ax, accennando un lieve sorriso in seguito a quelle parole. Quando guardò il display del cellulare vide che non era il fratello a chiamarla, ma Beatrix. Rispose ugualmente e la telefonata non durò molto, non era stata delle più felici, anche se in un certo senso all'inizio lo era.
A quanto pare Dean era tornato in vita ma Beatrix le aveva avvisato di stare lontano da lui. Eppure la rossa era ansiosa di poterlo rivedere il prima possibile. Era testarda e sapeva che avrebbe voluto constatare con i propri occhi per quale motivo non potesse vedere Dean. Rimase qualche istante in silenzio dopo che la chiamata fu terminata.
Doveva riprendersi dalla notizia. Cercò di fingere che nulla fosse, doveva prima capire dove potesse essere Dean, altrimenti non avrebbe potuto raggiungerlo. Tentò di telefonare al suo cellulare ma risultò inattivo e dovette arrendersi, non poteva rintracciarlo così, a quanto pare, avrebbe dovuto trovare un'altra soluzione. Di sicuro c'era un'altra soluzione.
Prese un respiro profondo, senza farsi notare, - Direi che possiamo andare - disse, rimettendo il telefono in borsa. Prese uno dei due caschi e cercò di capire come si indossasse. Riuscì a metterlo in testa, nel modo giusto, e l'agganciò in modo che non si togliesse. Era abbastanza ingombrante e fastidioso ma non doveva tenerlo per sempre, solo per quel traggitto.
- Ok... come devo fare? - chiese alla ragazza, riguardo al salire sulla moto, cercava di svagare la mente per quel momento e non pensare a Dean, anche se le risultava un po' difficile.



 
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okkioniblu91
view post Posted on 5/11/2011, 01:49








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Accennò un mezzo sorriso alle parole della rossa, stava tutto a vedere se sarebbe riuscita a reggersi in sella, oppure se il suo equilibrio fosse precario o meno. Era l'unico mezzo di cui disponeva alla fine, a meno che non fosse stato necessario rubare una delle auto presenti nel parcheggio, anche se c'era fin troppa gente per poter passare inosservato senza problemi.
-Anche il tuo non è male- le rispose annuendo, riferita ovviamente al nome carino. un modo per ringraziarla. Nel frattempo però aveva cacciato fuori le chiavi dalla tasca della giacca ed aveva raggiunto il suo mezzo in pochi secondi. Stava per dirle di avvicinarsi quando udì il suono del suo cellulare e quando la rossa le disse che rispondeva prima annuì, come a volerle dire "nessun problema, fa pure".
Intanto circumnavigò la moto per poi aprire il sellino e sollevarlo, in modo da cacciare entrambi i caschi. Li riponeva lì perché era seriamente ingombrante portarseli dietro, soprattutto quando si seguiva un caso.
Aveva intenzione di dirle la verità durante il viaggio verso l'istituto psichiatrico, dunque cominciò a montare in sella e togliere il cavalletto, sorreggendosi con una gamba in modo da non cadere con tutta la moto. Aveva riposto la propria borsa al posto dei caschi, mentre l'altro l'aveva appeso al manubrio in modo che quando la rossa fosse pronta, avrebbe potuto recuperarlo senza problemi.
A quanto pare la telefonata non era delle più felici. Aveva notato il cambiamento sul volto della rossa, tuttavia non infierì nel fare domande scomode. Attese pazientemente che terminasse per poi passarle il casco.
Osservò con lieve divertimento il suo lieve e goffo tentativo di infilarselo, per poi scuotere il capo ed allungare una mano per indicarle il verso giusto. -Mettilo così, altrimenti girerai con il casco all'incontrario-
Commentò ironicamente, nel mentre infilava le chiavi al loro posto ed accendeva il motore.
La moto ruggì di conseguenza, avanzando di qualche millimetro sull'asfalto. Era pronta a partire e la bionda sorrise appena. Amava il suono della sua moto, le portava a galla molti ricordi piacevoli.
Alla sua domanda rise appena, facendole spazio per poi indicarle il sellino posteriore.
-Hai presente come fanno i cowboy per salire a cavallo? Più o meno è la stessa cosa, con la sola differenza che qui non ci sono staffe ma pedaline apposite- Gliele indicò con il tallone. Li avrebbe potuto poggiare i piedi una volta salita su.
La osservò attentamente per poi indicarle la gamba giusta.
-Alza quella e portala da questa parte, salta su- commentò ironica e divertita per poi attendere una sua possibile reazione.
Non appena si fu assicurata che la ragazza fosse salita a bordo, si calò la visiera scura del casco e diede un po' di gas. -Reggiti forte- commentò divertita, prima di partire. Decise di andare adagio per quella volta, altrimenti si sarebbe ritrovata vomito tra i capelli.
Passò qualche minuto quando decise di dirle tutto.
-Bene.. stronzate a parte, non ho nessuna nonna in quell'istituto. Cosa potrebbe interessare ad una strega un caso simile? Non hai l'aria da cacciatrice- constatò con lieve ironia. intanto svoltò in una via secondaria, notando il cartello stradale che indicava in quale posto si trovasse.


 
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Lorelai Wayne
view post Posted on 5/11/2011, 02:53








© Lorelai Victoria Anderson

:lorelai:


Alexiel aveva evitato di farle domande riguardo la telefonata o la sua espressione che aveva seguito la chiusura di quest'ultima. Gliene fu grata, non aveva assolutamente voglia di spiegare tutto il casino che era successo, sarebbe stato alquanto complicato da dover riferire. A quanto pare non era riuscita a indovinare come indossare un casco, l'aveva messo la rovescio. Rise appena, cercando di distrarre la mente dai pensieri, anche se era difficile dato che vi era costantemente una persona, soprattutto in quel momento che aveva scoperto essere ancora vivo.
- Credo... di essermi persa le lezioni su come si indossa un casco - cercò di ironizzare, riuscendoci anche e sperava apparisse normale come al solito, come prima di sapere che Dean era tornato.
Tolse il casco e riuscì ad indovinare il verso giusto, buona la seconda, il primo tentativo le era andato male ma non era tanto negativa come cosa, meglio che non riuscirci affatto. Alexiel era già salita sulla moto, ora era il suo turno di cercare di capire come mettersi a sedere sul veicolo e sapeva che non sarebbe stato così facile. Annuì alle parole di Ax che cercava di spiegarle come salire sulla moto, facendo il paragone con i cavalli.
- Ok, devo pensare a me come una modernissima Cowgirl e riuscirò a sedermi - disse lei, mentre cercava di sedersi come le aveva spiegato la bionda, riuscendo vagamente a fare come le aveva detto. Si vedeva che non era mai salita sulla moto ma cercava di metterci buona volontà nel capire le istruzioni ricevute.
Annuì ancora nel sentirsi dire come avrebbe dovuto posizionare le gambe e stranamente riuscì anche a salire, mettendo bene i piedi in quelle che aveva chiamato "pedaline" paragonandole alle staffe dei cavalli. Intanto aveva messo in borsa il sacchetto con le ciambelle e prima aveva gettato il bicchiere di caffè, ormai vuoto. Fatto questo, Ax sembrava pronta a partire e le disse di reggersi forte. La rossa annuì, - Ovviamente, l'ultima cosa che voglio è ruzzolare a terra come una pallina - disse, ironica, considerando che a breve sarebbe ingrassata più di così, non sapeva a quale mese si sarebbe vista bene la classica pancia da gravidanza, su di lei non sembrava voler arrivare, almeno non ancora.
Si resse bene, cercando di non sembrare troppo rigida, soprattutto quando prendeva delle curve, non era mai salita su una moto ma sapeva che se diventava troppo rigida rischiava di far andare fuori strada il veicolo o qualcosa del genere, non ricordava di preciso.
Sentì le sue parole ma decise che le avrebbe risposto soltanto quando sarebbero giunte a destinazione, dove poteva toccare terra con entrambi i piedi, cosa che in quel momento era decisamente impossibilitata a fare.
In ogni caso riuscirono ad arrivare intere all'ospedale e Alexiel parcheggiò la moto nelle vicinanze. Scendere era decisamente più facile che salire e riuscì a rimettere subito i piedi a terra, iniziando a trafficare con il casco nel tentativo di toglierlo. Le porse il casco appena riuscì a toglierlo, senza togliersi anche la testa.
Rivolse un'occhiata un po' sorpresa alla donna vicino a lei, a quanto pare aveva intuito più cose di quanto lei avesse capito sul suo conto. Anche se non era difficile intuire che non aveva l'aria della cacciatrice.
- Sai troppo su di me e io di te so soltanto che hai... un'energia, aura, strana che non identifico - disse la rossa, cercando di capire chi potesse essere la donna di fronte a lei.
- Non sono una cacciatrice però... diciamo che ci provo, ecco tutto. Non mi andava di rimanere chiusa in casa a fare niente - dovette ammettere e la sua motivazione sembrava un tantino stupida ma non ci badò. Le rivolse lo sguardo, come a dire che avrebbe dovuto vuotare il sacco anche lei, anche perchè Lorelai era in una sorta di situazione di svantaggio. Intanto iniziò a pensare al motivo per entrare, magari potevano fingere di essere due studentesse di medicina in visita per una lezione sul campo, sarebbe risultato convincente, lei aveva il tesserino dell'università vicina. Non sapeva che anche la bionda ne possedesse uno.



 
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okkioniblu91
view post Posted on 5/11/2011, 04:06








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Probabilmente la bionda aveva intuito i suoi movimenti impacciati e per niente spontanei quando era salita sulla sua moto.
Aveva percepito la sua rigidità ed il suo impaccio, motivo per cui aveva evitato radicalmente di andare troppo veloce. Non voleva farla sentir male, anche perché aveva anche un bambino in grembo, poteva danneggiarla in qualche modo, non ne aveva idea dato che non ci capiva nulla di gravidanze ed altre cose.
Aveva notato il suo silenzio, motivo per cui attese fino a quando non parcheggiò nei pressi dell'istituto. Una grossa struttura dall'aria moderna, ma con alcune crepe che spaccavano l'intonaco sui lati. Un po' di edera cresceva su di un lato e l'entrata era poco distante.
Attese che la ragazza mettesse piede a terra prima di spegnere il motore e mettere il cavalletto. Un modo come un altro per evitare alla sua moto una bella caduta su di un lato. Non avrebbe permesso che si rovinasse. Ci teneva troppo per trascurarla così tanto.
Prese però il casco di Lorelai e smontò dalla moto, per poi alzare il sellino e riprendersi la borsa, in modo da rimettere i caschi al loro posto. Ovviamente la ragazza non mancò di farle notare alcune cose ed Alexiel le rivolse lo sguardo. Probabilmente era stato un po' azzardato rivelarle tutto così in fretta, ma la sua aura era tranquilla ed ispirava fiducia.
Accennò un mezzo sorriso, intanto che recuperava la sua borsa con i documenti e tutto il resto.
-La tua aura invece è forte e chiara, di un pallido viola tendente al lilla- commentò semplicemente sorridendo appena, poi si strinse nelle spalle. -Fino a cinque mesi fa non lo sapevo neanche io.. diciamo che non sono propriamente umana, mia madre era una creatura del purgatorio, mio padre un umano.. che strani scherzi che gioca il destino, eh?!- commentò con sarcasmo, come se la cosa on le pesasse più di tanto. Invece era un peso enorme da portare sulle spalle. Più che altro perché era una sorta di "chiave" per aprire il purgatorio ed era ricercata ovunque.
Annuì alle sue parole. La capiva eccome. anche per lei era prudente rimanere in casa, più che altro per evitare che i demoni la riconoscessero e ricollegassero la finta morte. Fece una lieve smorfia.
-Orribile rimanere in casa, vero?.. - commentò, per poi avvicinarsi a lei.
-Ma ora siamo qui, con un caso per le mani, ignoriamo il resto, ti va?- disse, allungando il pugno, come a volerle fare intendere che dovesse farlo anche lei, in modo da farli scontrare. Era un modo amichevole per concordare su qualcosa, proprio come un "batti cinque".
si era confidata con lei soltanto perché sentiva che poteva fidarsi, come al solito rischiava e seguiva l'istinto.
-Avevi qualche idea in mente?- le chiese poi, lanciando uno sguardo vago all'istituto.

 
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Lorelai Wayne
view post Posted on 5/11/2011, 04:35








© Lorelai Victoria Anderson

:lorelai:


Lorelai era stranamente, forse non troppo, lieta di essere scesa dalla moto e stava aspettando che la bionda terminasse di sistemare. Sembrava avere molta cura di quella moto, come se fosse precedentemente appartenuta a qualcuno che le era stato molto a cuore e ne teneva vivo il ricordo, occupandosene. Recuperò tutto e le rivolse nuovamente l'attenzione. A quanto pare la sua aura era di un viola tendente al lilla, la percepiva forte e chiara. Lorelai accennò un sorriso, il viola era il suo colore preferito, non aveva immaginato potesse esserlo così tanto. Lei non vedeva le aure colorate, le percepiva in un certo senso ma non era ancora capace di distinguerle tutte perchè alcune razze che incontrava le erano nuove rispetto ad altre di cui aveva sentito parlare.
Le spiegò tutta la situazione, cos'era e chi erano i suo genitori, dimostrando di fidarsi di lei, stranamente anche la rossa si fidava di Ax, nonostante la conoscesse da un'oretta, forse meno.
Era una cosa a pelle, non le dava una brutta sensazione di disagio e disgusto, le sembrava che potesse fidarsi di lei e a quanto pare era una cosa reciproca se aveva accettato di dirle tutto quello sul suo conto. Anche se aveva parlato come se fosse qualcosa che non le pesava, sembrava che fosse tutt'altro.
La rossa annuì, - Brutti scherzi, davvero - si ritrovò a concordare con lei ma non sapeva il resto.
Annuì ancora alle successive parole, - diciamo pure che è come rimanere chiusa in una stanzetta, quando non ci sei abituato è orribile - le rispose, facendo capire che per una donna incinta uscire era un po' limitato. Se quella donna incinta attirava guai come una calamita, la situazione era anche peggiore.
Ax propose di ignorare il resto e occuparsi del caso, Lorelai sembrava perfettamente d'accordo, anche se dentro di sé era ansiosa di ricevere una telefonata da parte di Dean, sperava che si sarebbe ricordato di lei, lo desiderava davvero. Cercò di non darlo a vedere, anche se si fidava di lei, era ugualmente orgogliosa.
- Ovvio che mi va, un modo per svagare la mente, direi che è perfetto - disse lei, sfiorando con un pugno, la mano a mezz'aria di lei che era nella stessa posizione. Una sorta di sistema per dichiararsi d'accordo, oltre che farlo a parole.
A quel punto le chiese se aveva qualcosa in mente e lei annuì, - sei provvista di tesserino universitario falso? - le chiese, sapeva che i cacciatori, e lei lo sembrava e lo era, erano sempre provvisti di documenti falsi. L'aveva visto dal vivo con Dean e aveva letto di diversi oggetti del genere nel diario di suo padre. Era più che sicura che potesse avere dietro qualcosa del genere.
- Io ho il mio - disse, prendendolo dalla borsa e mostrandolo. C'era una vecchia foto e recava scritto entrambi i nomi e il suo cognome, anche se in genere non firmava mai con anche Victoria nel nome, sarebbe stato troppo lungo.
- Potremmo entrare nella struttura dichiarando di essere studentesse di medicina che necessitano di esperienza sul campo - le disse, non sembrava il migliore dei piani ma non aveva idee migliori, aveva buona parte del cervello occupata dall'incessante pensiero di Dean, anche se per ora riusciva a stare ferma e pensare anche al caso.



 
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okkioniblu91
view post Posted on 6/11/2011, 03:29








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Alexiel poteva capirla, anche se non era incinta e dubitava altamente di poterlo essere in eventuale futuro. Più che altro per la natura che si portava nel codice genetico. Non avrebbe mai messo a repentagli di vita il proprio bambino o bambina che fosse. Il suo rapporto con Zed aveva già intrapreso un livello fisico, ma fino ad ora le protezioni erano state abbastanza resistenti da non compromettere altro.
Annuì infatti, alle sue parole. -con quel senso di claustrofobia e la voglia continua di urlare? ne so qualcosa- commentò divertita, intanto che ascoltava i suoi successivi discorsi.
Quando le chiese se avesse un tesserino universitario ci pensò un attimo su facendo mente locale ai documenti che conservava in caso di necessità. Le fece segno di attendere ed aprì la borsa che aveva preso poco prima per poi aprirla e cominciare a rovistarci dentro. Trovò il blocco dei documenti rinchiuso dentro una sorta di bustina di plastica, ottima per non consumarli. L'aprì e ne cacciò fuori diversi per poi prenderne uno identico a quello di lorelai, soltanto con un nome e cognome falsi. Dakota St. James.
-Ecco la fortuna di sembrare ancora un universitaria- commentò ironica, nel mentre sistemava il resto dei documenti per prendere quello in definitiva.
Intanto la rossa aveva cacciato fuori il suo e la bionda vi lanciò un'occhiata. Si vedeva che era una foto vecchia ed il documento era presso che identico al proprio. Sorrise appena, intanto che si caricava la borsa in spalla e le faceva segno di seguirla verso la porta dell'istituto. Intanto si appuntò il cartellino alla tasca del giaccone che indossava, proprio come facevano i tirocinanti quando giravano in ospedale.
Ascoltò la sua proposta e non poté fare a meno di concordare con quell'idea. Non era affatto male.
-Direi che mi sembra perfetto. Due tirocinanti con delle ore di recupero in ospedale per terminare le ore del corso- commentò, raggiungendo poi l'entrata.
Sembrava turbata ancora e ricollegò alla sua telefonata, tuttavia però, non disse assolutamente niente. Dopo tutto si conoscevano appena, le sembrava anche brutto insistere nel volerle chiedere diverse cose e pretendere una risposta decente.
Non appena dentro la struttura, l'odore di disinfettante ed ospedale le fece pizzicare le narici. Tuttavia tentò di mantenere una sorta di compostezza e fece segno a Lor di seguirla alla reception.


 
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Lorelai Wayne
view post Posted on 6/11/2011, 04:04








© Lorelai Victoria Anderson

:lorelai:


A quanto pare Alexiel poteva capire benissimo cosa parlava lei in quanto "odiare stare chiusa in casa", erano d'accordo su quello. Probabilmente con il protarsi della gravidanza, i periodi in casa di Lorelai sarebbero aumentati, alla fine di tutto questo sarebbe diventata pazza. Stare ferma non era propriamente qualcosa di adatto a lei. Neppure stesa in un letto senza la possibilità di fare nulla le si addiceva molto.
Anche quando aveva la febbre era una tragedia convincerla a stare ferma, oltre ad essere impossibile. Dopo aver mostrato il tesserino ad Alexiel, attese che lei le facesse vedere se aveva qualcosa del genere. Lei ne possedeva soltanto uno, in caso di mancanza, avrebbero dovuto trovare una soluzione abbastanza arrangiata e alla svelta. La bionda prese una borsa e ne tirò fuori un documento identico a quello della rossa ma con sopra la foto sua sopra, era di plastica, piuttosto convincente. Tutto sommato un bel falso.
- Direi che va più che bene, sembri una ragazza dell'ultimo anno, molto convincente - le disse, accennnado un lieve sorriso, cercava di scacciare la mente e liberarla dai cattivi pensieri, per ora sembrava riuscirci in maniera... convincente, per gli altri almeno. Appuntò anche lei il tesserino alla giacca viola, anche se in genere preferiva tenerlo nel portafoglio, ora come ora serviva che si vedesse e se doveva tenerlo così, tanto di guadagnato per poter entrare.
- Esatto, proprio ciò che intendevo io - rispose alle sue parole quando fece una sorta di riepilogo di quanto aveva detto la rossa. Così probabilmente sarebbero riuscite a parlare con quell'uomo.
Alexiel non le fece domande riguardo la sua aria strana, anche se questo la convinceva che la sua "recita" le riusciva alquanto bene. Entrarono nella struttura ospedaliera e seguì Ax verso la reception. C'era una donna lì, sembrava aver da fare con alcune carte. Indosso aveva un camice e si gesticolava tra varie carte e un computer fisso di fronte a lei, il monitor messo leggermente di lato rispetto a com'era seduta lei.
Alzò lo sguardo verso di loro, - Cosa desiderate? - domandò spiccia, sembrava una specie di mastino, Lorelai non la trovava affatto simpatica e voleva parlarle il meno possibile. Indicò il tesserino, - Siamo studentesse venute qui fare tirocinio con un paziente, il signor Turner - disse, ricordando il cognome dal giornale che aveva letto. Non aveva idea di come si chiamasse e probabilmente non le necessitava venirne a conoscenza.
La donna sembrava poco convinta e guardò i tesserini di entrambe per qualche istante, facendo sospettare a Lorelai che non ne sarebbe stata convinta tanto facilmente.
- E' nella stanza quattordici b, un infermiere vi accompagnerà fino a lì, lasciate qui ogni oggetto condudente - disse loro in modo quasi meccanico, prima che un ragazzone abbastanza alto con camice da infermiere facesse loro segno di seguirle.
Lorelai s'incamminò, certa che anche Alexiel l'avrebe seguita, man mano che attraversavano i corridoi.
- Lasciate a me gli oggetti che potrebbero tagliare - disse, Lorelai dovette privarsi della limetta per le unghie ma non aveva altro in borsa, almeno così disse. In realtà aveva mentito ma non era un dettaglio importante, erano entrate mentendo.
Ora era il turno di Alexiel e l'infermiere aveva spostaot lo sguardo su di lei.


 
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okkioniblu91
view post Posted on 6/11/2011, 17:52








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
A quanto pare il grosso mastino seduto dietro la reception era cascata in pieno ad ogni loro frottola. Ovviamente aveva assunto un atteggiamento diffidente all'inizio come era d'obbligo che fosse. Scegliere di fare tirocinio in un luogo simile lasciava un po' da pensare, ma sapeva bene che era d'obbligo.
Sospirò internamente di sollievo quando le lasciò passare, seguendo Lorelai verso la loro destinazione. Gli istituti psichiatrici non le erano mai piaciuti gran che, ma erano decisamente simili a prigioni. Per ogni paziente vi era una cella, con una branda e il necessario per rinfrescarsi, compreso bidè e gabinetto. Vi erano sbarre ad ogni entrata di sezione, in modo che se qualche malato di mente avesse avuto un esaurimento precoce reduce dalle pillole con cui venivano imbottiti ogni giorno, non avrebbero avuto possibilità di uscire e scorrazzare per i corridoi.
Essendo poco stabili, potevano diventare anche pericolosi.
Poco dopo, l'infermiere ricordò loro di lasciargli ogni oggetto contundente. Ovviamente. Per evitare una qualsiasi sorta di incidente mortale. Nella borsa aveva poco e niente, le armi le aveva nascoste addosso.
Aveva il suo pugnale nascosto tra il risvolto dell'anfibio e la caviglia, mentre la pistola del fratello era infilata contro il suo fianco ed il Jeans che ora le fasciava le gambe. Il giubbotto che indossava era abbastanza pesante da evitare qualunque scorgimento.
Quando Lorelai terminò di passargli qualunque cosa potesse essere pericolosa, lei scrollò le spalle e tirò fuori una penna dalla tasca, e il bracciale. vi erano dei pendagli e potevano essere pericolosi se usati nel modo sbagliato.
-Ecco, nella borsa non ho altro, soltanto degli appunti universitari di istologia- commentò, utilizzando un termine medico per descrivere la disciplina scientifica che studiava i tessuti animali e vegetali. Accennò un mezzo sorriso e lasciò che l'uomo prese i suoi due oggetti, individuando entro poco la stanza del signor Turner.
Ora che ci faceva caso, si potevano udire alcune voci provenire da quella stanza ed in quell'orario, le visite erano decisamente vietate. Tuttavia non disse niente per non insospettire l'infermiere e lo congedò, dicendo che sarebbero tornate dopo a recuperare gli oggetti.
Poco dopo riprese a camminare nella direzione giusta, sfiorando il braccio di Lorelai in modo da farle capire che c'era qualcosa che non andava. Eppure non riusciva a percepire nessuna aura strana. Probabilmente poteva essere un dottore, oppure semplicemente era l'uomo che parlava da solo.
Si avvicinò a passo svelto per poi aprire la porta della cella con un arnese che si portava sempre dietro. Una sorta di gancio, attaccato ad una serie di altri piccoli arnesi dello stesso genere.
Quello che era il signor turner, era schiacciato contro la parete con sguardo decisamente fuori di sé dal terrore.
Davanti a lui, una bambina dall'aria tanto innocente quando sinistra, lo fissava. Piangeva calde lacrime e continuava a ripetere "perchè non mi hai salvato? perchè mi hai lasciato bruciare?". Il tono era straziante, ma alexiel poté benissimo riconoscere l'ambiente freddo, tanto da vedere il proprio fiato condensarsi in una nuvola.
Fece per avanzare quando udì qualcuno sbuffare. Un uomo in camice, con uno stetoscopio poggiato di traverso sul collo. Si era poggiato contro a parete opposta e fissava i due con aria meticolosamente attenta. Più che altro stava osservando il fantasma ed aveva un lieve ghigno sul volto.
-Lor.. il sale- bisbigliò e solo in quel momento l'uomo alzò lo sguardo su di loro. Non sembrava affatto sorpreso, tuttavia non diede affatto cenno di volersi scostare da quel muro per reagire.
Inarcò appena un sopracciglia, trattenendo poi uno sbadiglio.
-guarda guarda, troppo gentili a farmi visita- ironizzò, sorridendo. -Anche voi qui a godervi la festa?!- affermò ironico, facendo un lieve occhiolino.


 
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17 replies since 27/10/2011, 23:52   261 views
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