Ti dico la verità

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Akkai
view post Posted on 23/8/2011, 16:23








© ZED BLACKWOOD
:zed:
Nonostante l'età che aveva ed il fatto che non era umano, di tanto in tanto doveva prendersi una piccola pausa, non per qualche stanchezza di tipo fisico, non almeno nel suo lavoro da dottore.
No, doveva staccare dalla sofferenza nel reparto grandi ustionati, in familiari che speravano a volte in vano di poter vedere i loro genitori, i lori figli, oppure i loro congiunti alzarsi miracolosamente da quel letto, staccarsi da tutti quei tubi e quei macchinari per riprendere tranquillamente la loro vita, ma non era mai così.
Di solito chi arrivava lì erano dei pezzi di carne carbonizzati, spesso con poche possibilità di sopravvivere.
Stava prendendo una tazza di caffè al cucinotto riservato ai dipendenti, con la schiena appoggiata alla parete e lo sguardo fisso nel vuoto, mentre ripassava mentalmente quello che era successo poco prima al interno della struttura.
Un demone era entrato al ospedale, per lo più sotto il suo naso, per poter torturare un cacciatore, la cosa non gli quadrava molto, anzi, per nulla, poi appena aveva visto il fratello di quel Dean aveva avuto una sensazione familiare... che avesse conosciuto qualche loro antenato?
Ci voleva vedere chiaro, ma aveva ancora cinque minuti di pausa auto imposta, quindi si avviò a passo calmo verso l'entrata del ospedale... lì c'era un distributore che aveva le sue merendine preferite al cioccolato e cocco. Si frugò nelle tasche del camice spiegazzato alla ricerca di qualche moneta, poi vide un'infermiera avvicinarsi alla macchinetta e le offrì una barretta dietetica alla mela e cannella, per poi prendere il suo dolcetto e guardare il suo camice per poi scompigliarsi i capelli e constatare che aveva assolutamente bisogno di una bella stirata, dato che così conciato sembrava soltanto la caricatura di un dottore.

 
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okkioniblu91
view post Posted on 23/8/2011, 16:53








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
L'assunzione di quelle informazioni, non aveva fatto altro che aumentare le paranoie della cacciatrice. Vari dettagli, che all'inizio le sembravano soltanto coincidenze, cominciavano ad incastrarsi in punti precisi.
Ciò che era stato scritto in quel sito, le scorreva continuamente in mente. Tutto ciò continuava a risultarle quasi assurdo, anche perché, abituata a cacciare quel tipo di creature, sentirsi in qualche modo parte della loro specie, la riempiva di terrore e ribrezzo. Più che altro perché non conosceva affatto ciò che celava il suo passato. Non sapeva nulla del suo vero padre, ne della sua vera madre. Per quanto poteva saperne, potevano essere morti entrambi oppure rinchiusi chissà dove, persino in un istituto psichiatrico.
Non sapeva cosa aspettarsi, ma da qualche giorno a quella parte, aveva ricevuto vari attacchi da parte di qualche demone. Ultimamente riusciva a capire molto più in fretta di quale tipo di demone si trattava. Accadeva anche per i sigilli e vedeva molte più ombre del solito.
la testa minacciava di abbandonarla da un momento all'altro. Non riusciva a capire cosa fosse tutta quella foschia che avvolgeva alcune persone.
Alcune ombre si muovevano, ma la schivavano automaticamente, come se volessero evitarla. Altre invece, le si incollavano addosso, donandole una sensazione aspra di soffocamento.
Quella mattina, era poggiata contro la sua moto. Aveva tolto il casco, dato che cominciava a trovare insopportabile anche quello e lo teneva sotto braccio, su di un fianco. Il volto era reclinato all'indietro, lasciando che i lunghi capelli biondi le ricadessero sulle spalle e gli occhi erano chiusi.
Tentava di scacciare quelle strane sensazioni, ma non ci riusciva.
Era ricorsa all'ospedale soltanto perchè cominciava a pensare di avere una qualsiasi sorta di problema alla vista.
Vedere ombre non era normale, affatto. Non ovunque e persino nella propria stanza di motel. Erano più intense soprattutto quando capitava qualche incidente, e ciò accadeva molto più spesso.
Era ben evidente che fosse reduce da una "lotta". Aveva l'aspetto leggermente stropicciato, ma almeno era riuscita a far fuori quello stupido demone. Sembravano ronzarle attorno come api sul miele. Non era riuscita ad estorcere alcuna informazione per il momento, ma prima o poi sarebbe riuscita ad ottenerle. Doveva capire, ma prima era meglio farsi controllare.
Aveva un lieve taglio sulla guancia, ma non vi badò. Probabilmente non se n'era nemmeno accorta. Sospirò, assicurando la moto, in modo che non venisse presa e si incamminò verso le porte dell'ospedale.
Il rumore delle sirene d'ambulanza vigeva nell'aria come un lamento. Non era un luogo che amava particolarmente, ma era necessario.
Non appena dentro, le ombre si fecero vedere. Aggrottò le sopracciglia.
-no.. non di nuovo- mormorò, passandosi distrattamente una mano tra i capelli. Tutto ciò le provocava fitte alla testa, probabilmente perché il simbolo si stava dissolvendo del tutto. Almeno, uno dei due. Uno era già sparito, ovvero quello dell'occultamento della propria presenza, sulle scapole. Quello sulla caviglia stava svanendo piano e stava riemergendo tutto.
Si guardò intorno, individuando la reception, chiedendo dunque per una visita. Le dissero di aspettare perché il dottore incaricato era occupato e dunque decise di attendere su una delle sedie nella sala d'aspetto.
Prima però, una strana presenza la spinse a voltarsi, ma scosse il capo credendo fosse tutto frutto della sua mente e dallo stress.


 
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Akkai
view post Posted on 23/8/2011, 17:47








© ZED BLACKWOOD
:zed:
Mentre stava mangiucchiano la sua merendina ed osservando i vari pazienti e familiari, vide arrivare una ragazza dal aria piuttosto sconvolta, che si diresse subito alla reception.
S'accorse del occhiata che la ragazza le lanciò, come se fosse stata in grado di percepire la sua vera natura, che solitamente rimaneva ben celata sotto le sembianze che assumeva e che variavano ogni mille anni, quando moriva e risorgeva.
Ad un'occhiata più attenta si rese conto che la creatura che lo aveva guardato come se fosse stato un allucinazione non era umana, o per lo meno non lo era del tutto... una mezzo sangue... non le capitavano molto frequentemente, l'ultima l'aveva vista prima del diluvio universale!
Sembrava confusa, come se non riuscisse bene a capire che cosa le stesse succedendo, una nephilim, forse, ma improbabile, non aveva di certo le dimensioni mastodontiche di quel ragazzo che aveva conosciuto più di quattromila anni fa.
Comunque sia era sconvolta ed era una paziente, quindi avrebbe dovuto aiutarla, era questa la sua politica.
Prese una barretta di cioccolato fondente dalla macchinetta, contava sul fatto che quel gesto avrebbe tranquillizzato e rassicurato la giovane mezzo sangue, poi si sarebbe occupato del resto.
Le arrivò vicino lentamente e non da dietro le spalle.
Aveva appreso che gli umani quando erano disorientati tendevano a comportarsi come gli animali, quindi lui aveva preso a trattarli come delle belve feroci, anche se ovviamente non avrebbero potuto fargli del male.
Le porse la tavoletta con un sorriso gentile sulle labbra e disse -Ha l'aria esausta...-
Arrivò il dottor Smith, l'oculista, un uomo abbastanza giovane, ma con due occhiali così spessi che gli davano per lo meno 10 anni in più di quelli che aveva.
Zed disse -Non si preoccupi dottor Smith, mi occupo io della paziente-
Il dottor Smith gli lanciò un occhiata perplessa, ma non disse nulla e se ne andò, non aveva ben chiaro perché un dottore del reparto grandi ustionati s'interessasse a quello che sembrava un caso d'oculistica o uno di psichiatria.
Zed si rese conto che non si era ancora presentato, quindi disse -Sono il dottor Zed Blackwood, lei come si chiama?-
Facendo cenno con il braccio destro disse -Mi segua, che la visito.-
Fece passare la ragazza per un lungo corridoio pieno d'ambulatori per poi fermarsi davanti a uno e aprirlo.
Sulla porta c'era la targhetta di Zed Blackwood, dato che lavorava anche al pronto soccorso.
L'odore di disinfettante per lui era ormai familiare, quindi non ci badò più di tanto.
Disse -Allora, quali sono i sintomi che ti hanno condotta qui? Non temere, tutto quello che dirai rimarrà qua dentro.-
Prese un paio di guanti in lattice e se li mise velocemente per poi prendere un batuffolo di cotone e metterci un po' di disinfettante, per poi dire -Ferma un attimo...-
Tamponò lievemente il disinfettante che avrebbe frizzato solo lievemente, poi buttò il cotone nel cestino ed iniziò a frugare distrattamente nelle tasche del suo camice, alla ricerca di qualcosa.

 
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okkioniblu91
view post Posted on 23/8/2011, 18:33








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Probabilmente, sperava con tutta se stessa che quella strana sensazione, la quale le sfiorava l'intera spina dorsale in un brivido, sparisse presto. Non era molto piacevole, sentiva quasi una sorta di formicolio all'altezza delle spalle, proprio come quando si trovava in presenza di qualcuno o qualcosa privo di umanità, o almeno in parte.
Nel contempo si era seduta. Le sedie nella sala d'attesa non erano il massimo della comodità, ma nel mentre aspettava il dottore, era meglio cominciare a rilassare la mente. Purtroppo non ci riusciva, non le riusciva più come prima. Tutte quelle sensazioni erano come amplificate dopo l'incontro con l'altra cacciatrice, non riusciva a capirne il motivo, eppure si era svolto tutto come al solito, a parte per tutte le nuove informazioni ricevute.
Non ci fu bisogno della voce del dottore per percepirne la presenza. La sentiva già da sé ed era diversa da quella dei demoni. Questa era calda, un caldo quasi rassicurante. Niente a che vedere con quella dei demoni, quella ardeva a tal punto da bruciare quasi.
Istintivamente alzò lo sguardo, ritrovandosi la barretta a poca distanza da sé.
La guardò un attimo interdetta, per poi lasciar vagare lo sguardo sulla figura dell'uomo, giusto per capire chi avesse davanti.
Era un uomo dai lineamenti gentili, grandi occhi azzurri e scarmigliati capelli biondo grano. Notò il suo sorriso cordiale e prese la barretta.
-Giusto un po'- rispose solo, scrollandosi nelle spalle. Era vero. Non aveva chiuso occhio ed aveva fatto appena fuori un demone. Sperava soltanto che non venissero a cercarla anche lì dentro.
Le ombre erano sempre presenti. Notò l'arrivo dell'altro dottore e come quello appena arrivato l'avesse congedato. Era pur sempre un dottore ed alla bionda bastava soltanto che le chiarissero quelle strane ombre che vedeva praticamente da tutte le parti.
Accettò di seguirlo soltanto perché la foschia calda che lo avvolgeva, cominciava ad incuriosirla. Era certa che non fosse ostile, un punto in più.
-Mi chiamo Alexiel, Aldrich.- gli rispose, intanto che percorrevano i corridoi. L'aria era satura di ombre, erano ovunque.
Non poté evitare di guardarsi attorno una o più volte senza poterne fare a meno, era leggermente sulle nuvole, probabilmente perchè tentava di capire se la sua "malattia" fosse peggiorata.
Una volta nel suo studio, lo lasciò armeggiare con il disinfettante. Aveva avuto ferite ben peggiori e quella le provocava soltanto un lieve pizzicore familiare.
-io.. continuo a vedere ombre. Foschie. Non riesco a capire se ho qualcosa che non va nei miei occhi. Ciò mi provoca forti mal di testa e.. attorno a lei, dottore, vedo una varia foschia scura tendente al rosso- disse.
Non sapeva da cosa derivasse, motivo per cui lo espose ad alta voce. Non poteva dirgli che vedeva ogni demone con gli occhi neri già incorporati, ne che vedeva molti sigilli.
Dopo qualche istante, qualcosa le disse seriamente che colui che si trovava davanti a lei, non era umano. Lo fissò per qualche istante.
-Cosa sei?- Gli chiese soltanto, arretrando leggermente. Era armata e poteva difendersi nel caso l'avesse attaccata, anche se non sembrava affatto ostile nei suoi riguardi, anzi.
Eppure, in quello stato confusionale, non sapeva cosa pensare, motivo per cui si teneva all'erta. Era confusa, e continuava a vedere quella foschia.


 
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Akkai
view post Posted on 23/8/2011, 19:03








© ZED BLACKWOOD
:zed:
La ragazza continuava a guardarsi attorno, come se riuscisse a vedere qualcuno e, si rese conto che poteva vedere i mietitori, ma non riusciva a capire come, ma per lo meno capì che la sua confusione era dovuta alla loro presenza.
Al interno dello studio annuì lievemente ai primi sintomi che aveva descritto, poi al ultima descrizione si guardò incredulo le mani, come per poter verificare la veridicità della descrizione che aveva fatto la ragazza.
I mal di testa erano facilmente spiegabili come un tentativo del suo subconscio di frenare quelle visioni per non impazzire.
Lo aveva visto succedere molte volte, con le veggenti o persone dotate di poteri sovrannaturali, reprimevano i loro poteri al livello inconscio per non essere considerati dei mostri, ma quelle lotte di solito li lasciavano senza energie e con un mal di testa molto forte.
Avrebbe dovuto darle una mano ad interagire con i suoi poteri, aveva visto troppi umani impazzire o vivere come fantasmi, a causa di quelle lotte e non voleva rivedere quello scenario un ennesima volta, non quando poteva impedirlo.
Alzò gli occhi solo alla sua domanda e disse con un tono rassicurante notando che la ragazza era arretrata, quasi si fosse aspettata un attacco da parte sua -Io sono una fenice... la fenice, ma tu mi puoi chiamare semplicemente Zed.-
Aveva voluto specificare con quel 'la' che non c'erano altre fenici in circolazione, come diceva la leggenda.
La domanda e la sua successiva reazione gli avevano fatto capire che la psiche della ragazza era ancora abbastanza integra, forse era già entrata in contatto con il sovrannaturale altre volte e forse era stata costretta a combatterlo.
Poi disse pensieroso -Ma la vera domanda è che cosa sei tu? Nella mia vita ne ho viste molte di creature del sovrannaturale, ma tu... non ho mai visto nessuno come te... Non temere, i demoni non oseranno avvicinarsi a questo luogo, non con me nei paraggi.-
Si fece ancora più pensieroso e poi disse -Da quanto ahi iniziato a vedere le ombre?-

 
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okkioniblu91
view post Posted on 23/8/2011, 21:26








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Avendo ormai l'istinto basato su quello di cacciatrice, tutto ciò che stava accadendo di certo non la metteva a suo agio. Stava osservando quell'uomo, tentando di studiarne tutte le mosse. Tutto ciò le veniva più che spontaneo, aveva imparato a non sottovalutare mai niente, soprattutto una persona dal volto tanto gentile. A volte, erano proprio quelle che ingannavano di più e non voleva correre il rischio. Era sfinita in realtà, ma nonostante tutto, non avrebbe ceduto.
Probabilmente, testarda com'era, non sarebbe rimasta impassibile nemmeno se febbricitante.
Lo osservò, guardarsi le mani, con aria incredula. Probabilmente era tutto così assurdo come aveva sempre pensato. Forse stava diventando pazza a causa della stramba vita in cui era stata trascinata fin da bambina.
Quando disse di essere la fenice, Alexiel non poté fare a meno di sgranare gli occhi per qualche istante. L'aveva presa contropiede. Per quanto poteva saperne, la fenice era soltanto una leggenda. Un essere che esisteva praticamente da sempre, che moriva e risorgeva in vesti diverse ogni mille anni. Lo scrutò con talmente tanta attenzione, che la foschia che aveva attorno, si intensificò leggermente, riuscendo a vedere due ali che gli spuntavano dalle scapole, dilungarsi fino al pavimento. Nonostante fossero ripiegate sulla schiena, poteva benissimo notare le piume infuocate su di esse. Spalancò leggermente la bocca, pronta a replicare, ma non le uscì niente.
Ad occhi sgranati, tastò a caso la sedia dietro di sé e si sedette, passandosi una mano sul volto. Una fitta alla testa la portò a prendersi entrambe le tempie tra le mani. Serrò gli occhi ed ascoltò le sue parole.
-mhm.. direi che ho vaghe visioni praticamente da sempre ma.. ultimamente si sono rafforzate. Meglio mettere in chiaro e dirti chiaramente che sono una cacciatrice e tu.. non so nemmeno perché ti sto dicendo queste cose. In queste condizioni non riuscirei nemmeno a torcerti una piuma- mormorò. La testa le faceva male.
Immaginò che i demoni si tenessero ben alla larga da una fenice. Sapeva per raccontato e letto, che la fenice era un essere molto potente e di certo si faceva rispettare. Se davvero quel luogo era neutro per ora, ne avrebbe approfittato. Era.. fiacca. Quelle strane visioni le mangiavano tutte le energie.
-Cosa.. cosa dovrebbe farmi credere che posso fidarmi di te?- disse poi, alzando il viso per poterlo guardare negli occhi. Sembrava gentile, eppure la diffidenza della bionda rimaneva guardinga. Il passato l'aveva portata a reagire così.


 
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Akkai
view post Posted on 23/8/2011, 22:13








© ZED BLACKWOOD
:zed:
Rise lievemente di fronte alla reazione di Alex, che avanti alla sua rivelazione non seppe che dire, ma almeno gli aveva creduto, il che non accadeva molto i frequente...
Lanciò uno sguardo alle sue ali prima di sedersi alla ceca sulla sedia dietro di lei e per rassicurarla allungò piano un'ala verso di lei distendendola e disse -Se vuoi puoi toccarla...-
Non avrebbe bruciato le carni di nessuno, perché lui era in grado i bruciare le persone e le cose solo quando si concentrava ed adesso non aveva nessun motivo per farle del male.
Successivamente disse che aveva quelle visioni da praticamente sempre, solo che adesso erano più forti, questo poteva significate tutto e nulla...
Sbuffò lievemente quando disse che era una cacciatrice e sembrava quasi che lo stesse minacciano e disse -Ho più anni di quelli che ne dimostro... non sei il primo cacciatore che incontro...-
Si strinse nelle spalle e continuò -E' fastidioso essere scambiati per il cattivo della situazione e doversene andare per non ammazzare delle brave persone...-
Si, perché avrebbe potuto uccidere quei cacciatori come se niente fosse, ma preferiva non farlo, perché le riteneva delle brave persone che avevano soltanto preso una cantonata colossale.
Chiese perché doveva fidarsi di lui, se lo doveva immaginare, era una cacciatrice ed era praticamente nei loro geni la diffidenza verso il prossimo, specialmente se era una creatura del sovrannaturale.
Disse semplicemente -Perché io ti voglio aiutare... dicevi che i tuoi poteri si sono intensificati da qualche tempo... da quanto? Per caso è stato al compimento dei tuoi anni, oppure... per caso ti ricordi il giorno esatto?-
Si fece pensieroso e poi disse -In anzi tutto, so che le tue emicranie sono causate dal fatto che non riesci ad accettare a pieno i tuoi poteri, ma una volta che essi ti saranno diventati familiari, ritornerai a stare bene... credimi... l'ho visto succedere molte volte.-
Ovviamente non aveva menzionato quella percentuale non irrilevante di persone che impazzivano e finivano per suicidarsi.
Aveva escluso molte specie già dalle sembianze della ragazza, ma ce ne erano molte altre che non poteva escludere.
Disse pensieroso -Dato che sei una cacciatrice, hai notato qualche cosa strana? A proposito, le ombre che vedi sono i mietitori ed i fantasmi.-
Prese una sedia e si sedette davanti ad Alex, per mettersi al suo livello e non risultare più una minaccia.

 
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okkioniblu91
view post Posted on 23/8/2011, 22:32








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Osservò la lunga ala scura protendersi verso di lei. Era la cosa più.. straordinaria su cui avesse messo gli occhi. Per una volta in tutta la sua vita, si ritrovava con una creatura facente parte integrante del soprannaturale, che non voleva farla fuori, ma aiutarla. Tutto ciò era decisamente strano, ma in qualche modo, sentiva che diceva il vero. Avrebbe potuto sul serio farla fuori in quattro e quattrotto, eppure si era seduto per pareggiarsi a lei.
Lo osservò in viso per qualche istante, ascoltando ciò che diceva in perfetto silenzio, per poi vincere la diffidenza ed allungare la mano verso le piume dell'ala che se ne stava distesa. Osservò il fuoco che ne ricopriva ogni superficie e si chiese che sensazione avrebbe potuto ottenere.
Sospirò appena e vinse tutti i suoi rompi capi e poggiò le dita sul dorso dell'ala, sfiorandone la lunghezza fino ad accarezzargli anche le piume.
Erano morbide e.. di un caldo tiepido e rassicurante. Rabbrividì appena.
La foschia attorno a lui, prendeva molto del colore delle fiamme che gli ricoprivano le ali. Non bruciavano, ma era come sfiorare un vapore tiepido.
Poco dopo ritirò la mano e se l'osservò. Sembrava quasi reduce da un campo hippie. Poco dopo tornò a guardarlo, tentando di dare un significato alle sue parole. Era vero che cercava di respingere tutto, ma come poteva abbracciare una realtà da.. mostro? Aveva letto cosa c'era scritto sul sito che parlava di lovercraft e dei suoi sigilli.
Alla sua domanda, si passò una mano tra i capelli, ravvivandoli leggermente.
-Da quando ho risolto un caso di fantasmi, insieme ad un'amica- ammise, -non molte settimane fa- aggiunse.
-io.. non so come spiegartelo.. la foschia che vedo attorno ad una persona, in qualche modo mi aiuta a riconoscerne la natura. Riesco a vedere i demoni, dato che gli occhi neri non accennano a mascherarsi a me. Vedo sigilli.. mietitori, riconosco le creature..- aggiunse. Poi le venne in mente qualcosa, tirò su una gamba e gli indicò il punto in cui vi era un simbolo in via di sbiadimento.
-Da quando questo si sta dissolvendo, sta diventando tutto maledettamente doloroso. Dopo qualche ricerca, si è scoperto essere un.. sigillo di occultamento o restringimento, ma non l'ho preso sul serio. Credo proprio che ora.. mi tocca accettarlo-
mormorò. Si poggiò contro lo schienale della sedia e lasciò scorrere lo sguardo nel vuoto. Probabilmente era stato per quello che l'avevano lasciata a casa Aldrich. Probabilmente era una sorta di fenomeno da baraccone e avevano pensato bene di liberarsi di lei.
Non poteva saperlo, ma quell'idea le faceva leggermente male.
-Dalle ultime fonti? Probabilmente faccio parte di qualche stramberia di lovercraft- ammise sarcastica, corrucciando leggermente le sopracciglia.



 
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Akkai
view post Posted on 23/8/2011, 23:16








© ZED BLACKWOOD
:zed: Era riuscito a conquistare la sua fiducia, o per lo meno sconfiggere la sua diffidenza, perché toccò la sua ala e lui fece fatica ad anche per lui fu un esperienza strana, era molto tempo che viveva con gli esseri umani, che non potevano vedere le sue ali, quindi nessuno toccava le sue appendici da così tanto tempo, che aveva quasi dimenticato di averle, di fatti si fece scappare un lieve sorriso...
Quando Alex ritrasse la mano lui ritrasse l'ala ed osservò la reazione ancora incredula della ragazza.
Successivamente però gli mostrò un sigillo che aveva sul interno della caviglia e lo studiò molto attentamente.
Prese tra le mani la caviglia della ragazza, come per studiarla attentamente e disse -Si, serve a contenere... è molto antico come sigillo... pensavo non ne avrei mai più visto uno da...-
Alzò lo sguardo sugli occhi della ragazza e disse serio -Gli uomini quando muoiono vanno in inferno od in paradiso, i demoni, beh, cessano d'esistere... ma cosa succede a noi creature del sovrannaturale quando moriamo?-
Fece una breve pausa per poi dire -Anche noi abbiamo un anima, per quanto strano ti possa sembrare. Quindi dove va la nostra anima? Il paradiso e l'inferno sono per gli umani... a noi rimane solo un posto che voi chiamate purgatorio, dove finalmente possiamo riposare in pace.-
Sentendo il nome di Lovecraft, disse -Un tipo bizzarro ma simpatico... Non posso dirti nulla su tuo padre, non lo conosco, come tua madre, ma...-
Fece una breve pausa d'esitazione e continuò dicendo - Conosco una sola creatura in grado di fare questo sigillo... e se si è indebolito, può solo significare che ormai è morta... -
Chiuse gli occhi per qualche istante, per riordinare le idee e poi dire -Lo scrittore aveva organizzato una seduta per aprire le porte degli inferi... ne uscì una creatura, che venne strappata contro la sua volontà da quel luogo di riposo e, venne legata a un corpo umano, una femmina...-
Contemplò ancora un'attimo il sigillo prima di dire -Ha sempre condotto una vita tranquilla, non facendo del male a nessuno, ma ovviamente la sua unicità deve aver attirato l'attenzione dei demoni ed alla fine...-
Non finì la frase, non voleva.
Sospirò e disse -Io se fossi in te, mi farei cancellare il sigillo sulla caviglia e mi farei fare un sigillo d'occultamento, uno che ti faccia apparire come umana agli occhi di tutti... questo sarebbe un vantaggio, ma dovrai imparare ad utilizzare i tuoi poteri...-
Aggiunse subito dopo -Ma se vuoi posso rifare entrambi i sigilli, ma non te lo consiglio... Sarebbe come amputare una parte di te stessa...-
Sperava vivamente che la ragazza non si facesse spaventare da quello che vedeva, ovviamente lo avrebbe fatto, ma non sarebbe stato orgoglioso del suo operato.

 
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okkioniblu91
view post Posted on 23/8/2011, 23:55








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Sembrò riconoscere lo strano simbolo che la bionda cacciatrice ancora conservava sulla caviglia. Era ormai lì da molto, moltissimo tempo, ancor prima che potesse averne memoria e non era mai riuscita a trovarne un giusto significato. Almeno da lì a pochi giorni prima.
Anche.. Zed parve riconoscere quello strano simbolo. Probabilmente, essendo una creatura lui stesso, non aveva bisogno di enciclopedie e portatili per capire di quale simbolo si trattava. A quanto pare, confermò tutta la teoria riguardo ad un possibile occultamento.
Era strano, era capitato tutto così in fretta da stordirla. Com'era possibile rendersi conto di non essere un essere umano? com'era possibile doversi rendere conto di far parte di quella fascia a cui aveva dato la caccia praticamente da sempre?
Era una cosa leggermente inconcepibile, ma a quanto pare era anche reale.
L'uomo le aveva preso la caviglia tra le mani, aveva indosso ancora i guanti di lattice ed Alexiel ne riconobbe la sensazione. Quell'ospedale l'aveva vista altre volte. Gli scontri con i demoni non portavano quasi mai rose e fiori e qualche volta finiva ridotta come un mucchietto di ossa e carne.
Non lo ritrasse. Lo stava osservando. Era interessata nel sapere tutto ciò che poteva aiutarla a dare un po' di luce al tunnel buio che la stava inghiottendo ormai da un po'.
Era rimasta nuovamente in silenzio, annuendo ogni tanto. Sapeva bene dove finivano i demoni una volta uccisi del tutto, lo stesso valeva per gli esseri umani, ma ne sapeva ben poco del purgatorio, soltanto che ve ne erano diverse versioni raccontate. Sentirlo parlare con un "noi" le diede una lieve morsa allo stomaco. Una morsa che stava a significare la consapevolezza di essere.. diversa. Era per metà qualcosa di ignoto, una creatura a cui ancora nessuno avrebbe potuto dare un nome preciso.
Aveva ricambiato il suo sguardo. Incrociando per qualche istante i suoi occhi chiari. Si chiese, per qualche istante, come fosse stato in un'altra forma, ma poi continuò a seguire tutto il discorso.
Quando nominò Lovercraft, diede segni di conoscerlo, almeno così le sembrava. Il suo racconto proseguì e le sue parole ebbero il misterioso potere di farle venire un vuoto allo stomaco. Era la prima volta che incontrava qualcuno in grado di riconoscere l'identità di uno dei suoi genitori ed, istintivamente, si scostò dallo schienale della sedia per sporsi leggermente in avanti, attenta.
Ascoltò tutto ricordandone ogni parola.
A quanto pare la sua reale madre era morta. Probabilmente era stata uccisa proprio da quei demoni. Emise un sospiro, non avrebbe più potuto conoscerla allora. Mai più. Suo padre invece rimaneva un incognita ed, alle proposte dell'uomo, si limitò a fissarlo per qualche istante, leggermente insofferente.
-Non so se sarei capace di gestirli- ammise, riguardo ai suoi poteri.
-Non so come.. si fa- ammise nuovamente, per quanto le costasse ammetterlo, fino ad ora aveva soltanto peggiorato le cose, avrebbe avuto bisogno d'aiuto.
-A questo punto.. il mistero si risolve. Sono.. per metà.. come te. Più o meno- azzardò. Era talmente tanto strano da sembrare ancora assurdo.
-Nel senso di creatura sovrannaturale- precisò.
-Se serve a risolvere questa situazione, puoi procedere- disse solo. In qualche modo, gli era quasi grata di averla aiutata. Non era da tutti un aiuto simile.
-come.. come funziona?- chiese, ne era molto turbata in realtà, ma doveva far sparire quella maledetta confusione.
-Un solo sigillo- confermò solo, -farà male almeno?- gli chiese, lanciandogli un'occhiata. Era quasi arresa ormai. Non sapeva a cosa andava incontro ed aveva paura, tuttavia non lo dimostrò più di tanto, decisa a risolvere tutto.


 
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Akkai
view post Posted on 24/8/2011, 09:24








© ZED BLACKWOOD

:zed:

Sembrò credere a tutto quello che gli aveva detto e Zed disse -Mi dispiace...-
Perché non avrebbe potuto incontrare sua madre, di solito gli esseri umani volevano incontrare la propria madre prima o poi.
Si fece pensieroso e poi pinzò con l'indice ed il pollice della mano opposta entrambi i guanti, per poi portare il bordo verso le dita, ottenendo così un ammasso informe di guanti i lattice al incontrario e li buttò nel cestino, doveva toccare la ragazza per fare i sigilli.
Disse che non sapeva come si faceva e Zed disse per tranquillizzarla -Posso darti una mano, ospitarti a casa mia fin che non hai imparato a utilizzare i tuoi poteri...-
Ci sarebbe stato spazio a sufficienza per un ospite.
Alzò gli occhi sulla ragazza e rise lievemente annuendo con il capo alla sua affermazione che era per metà una creatura del sovrannaturale -E tua madre era anche molto potente...-
Riprese tra le mani la caviglia della ragazza e disse -Di certo così non sarai più nel mirino dei demoni...chiudi gli occhi...-
La ragazza chiese se avrebbe fatto male e lui rispose -No, ma dovrai essere forte per adattarti ai tuoi poteri...-
Mormorò qualche parola in una lingua molto arcaica, dalle lettere molto nette ed imponenti, era enochiano, ma non erano in molti a parlare tale lingua.
Il sigillo già sbiadito, sbiadì ulteriormente fino a scomparire e piano piano apparve un altro sigillo dai contorni molto netti e definiti, che poi brillò lievemente per qualche secondo, quello era il segnale che era diventato invisibile agli occhi degli esseri umani ed alla maggior parte degli esseri del sovrannaturale.
Scacciò con un lieve cenno della mano un mietitore che capì al volo la situazione e se ne andò dalla stanza... adesso erano soli.
Disse con un tono i voce rassicurante -Adesso puoi aprire gli occhi, ho finito.-
Appena ala donna riaprì gli occhi chiese curioso -Come vanno i tuoi mal i tesa? Puoi descrivermi quello che vedi?-

 
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okkioniblu91
view post Posted on 24/8/2011, 18:27








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Scosse lievemente il capo quando Zed disse che gli dispiaceva. Erano cose che succedevano purtroppo. Era risaputo che creature e cacciatori, avevano sempre avuto una vita pressoché movimentata. fin troppo. Non si era mai sicuri di cosa si sarebbe potuto trovare nell'arco della giornata e se si riusciva a sopravvivere fino alla fine. Accadeva sempre qualcosa che pregiudicava la sicurezza, in qualche modo, ma faceva tutto parte della solita routine.
Le rimaneva sempre il padre dopo tutto. Si chiese che tipo potesse essere, poi sospirò e rivolse uno sguardo sorpreso verso l'uomo. Notò che si era tolto i guanti in lattice, ormai appallottolati, li aveva gettati nel cestino posto poco distante dalla scrivania posta nella stanza.
Sbagliava oppure si era offerto di ospitarla a casa sua fino a quando non avesse imparato a manovrare quelle strambe capacità?!
Inarcò un sopracciglio, -Sul serio?- gli chiese. Magari si era sbagliato o il disinfettante presente in gran quantità nella stanza, aveva finito per anestetizzargli il cervello.
Era confusa. Non era ostilità quella nei suoi riguardi, era solo.. poco abituata ad attenzioni di quel genere. C'era sempre e soltanto stato Eric che l'aiutava a quel modo. Era quasi strano che una creatura non umana fosse tanto gentile. Forse era vero che le eccezioni erano presenti anche se nascoste agli occhi degli umani.
Ricordava della ragazza di suo fratello, prima che morisse. Anche lei non era umana, eppure.. lei e suo fratello erano così felici.
Inclinò leggermente il capo di lato. -Non sarebbe strano ritrovarti una cacciatrice in mezzo ai piedi, per tutta casa?- gli chiese poi, con un filo di ironia. La sua aura le ispirava una sorta di fiducia, ma era comunque guardinga e questo non sarebbe cambiato così facilmente, anche con tutti i buoni propositi del mondo.
-Io.. non saprei. Mi sembrerebbe strano, ma è anche vero che non posso andare in giro senza riuscire nel controllarmi.- ammise, passandosi una mano tra i capelli.
Intanto chiuse gli occhi come lui le aveva detto. Tentando di rilassarsi. Si poggiò nuovamente contro lo schienale.
A quanto pare sua madre era un essere piuttosto potente. Rabbrividì interiormente, si chiese come avrebbe realmente potuto fare con quei poteri che continuavano a sfuggire al suo controllo. Poco dopo annuì quando disse che doveva essere forte e lo lasciò fare.
Ascoltò quella litania con estrema attenzione. Era quasi ipnotica, in un certo senso. Rimase contro lo schienale della propria sedia, almeno fino a quando non ebbe finito.
Quando le chiese di riaprire gli occhi, fece un respiro profondo. Sentiva che, in qualche modo, qualcosa era cambiato.. come se un esplosione di energia fosse scoppiata all'interno del proprio organismo. Inconsciamente, ma era.. piacevolmente strano.
Riaprì piano gli occhi, mettendo ben a fuoco l 'ambiente circostante. Poco dopo osservò meglio la caviglia, per poi alzare lentamente lo sguardo, fino ad incrociare gli occhi del dottore. Alla sua domanda, si passò una mano nei capelli, guardandosi attorno.
-Il malditesta è.. diminuito- ammise, quasi sorpresa. Era come se una sorta di lucchetto si fosse aperto del tutto e riusciva a mettere meglio a fuoco.
Era certa che nella stanza non ci fosse nessun'altro a parte loro due, anche se prima aveva avuto la netta sensazione che ci fosse qualcun altro.
Riportò lo sguardo su di lui.
-Per ora vedo soltanto le tue belle ali, molto più nitide rispetto a prima- ammise, con un lieve sorriso. Era nettamente sollevata, probabilmente era anche evidente.
-E come se si fosse sbloccato qualcosa ma.. è ancora strano- mormorò poi, quasi sovrappensiero, poi gli prese una mano e gliela strinse, senza pensarci.
-Grazie- gli disse. Accennò un sorriso e tornò a poggiarsi contro lo schienale, della sedia.


 
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Akkai
view post Posted on 24/8/2011, 20:18








© ZED BLACKWOOD
:zed:
Fece un lieve cenno con la testa quando la cacciatrice chiese incredula se diceva sul serio e disse sicuro -Si-
La cacciatrice sembrava confusa, come se non fosse abituata a tali gentilezze, ma lui non lo faceva soltanto per Alex, ma anche per la gente che avrebbe potuto incontrare sul suo cammino, adesso come adesso era una mina vagante pronta ad esplodere... più volte.
Si strinse nelle spalle quando la cacciatrice chiese con una punta di sarcasmo se per lui non fosse stato strano e replicò lievemente divertito -Credimi, ne ho viste di cose strane nella mia vita e questa sicuramente non arriverà neanche alla top ten... Spero per te che ti piaccia il cibo d'asporto.-
Di fatti la fenice per quanto fosse antica, sapeva soltanto arrangiarsi con qualche cibo poco gustoso, ma sicuramente nutriente e soprattutto non sapeva come arrangiarsi con le cucine moderne, come quella che aveva a casa sua.
Si fece improvvisamente serio e disse -Già, quando sbloccherò del tutto i tuoi poteri, saranno ancora più ingestibili e potresti fare del male a qualcuno...L'ho visto accadere circa una ventina o trentina di volte.-
Quando la ragazza riaprì gli occhi occhi disse che il suo mal di testa era diminuito e sembrava stare molto meglio.
Sorrise contento e disse -Tra qualche ora il mal di testa dovrebbe scomparire del tutto... ma nel frattempo posso darti del paracetamolo per via orale...-
Si alzò ed aprì la vetrinetta per prendere un flaconcino arancione e glie lo porse dicendo -Per gli esseri umani a causa del livello di tossicità, è consigliata solamente una compressa, ma a causa del tuo metabolismo accelerato e più resistente ai principi attivi, te ne consiglio tre.-
Di fatti una dose non avrebbe fatto nulla sul suo organismo e per di più avrebbe dovuto prendere una seconda dose tra poche ore, se il mal di testa non fosse passato.
Al affermazione della cacciatrice sbatté un paio volte le ali in maniera inconscia, sollevando una lieve brezza calda.
La cacciatrice poi lo ringraziò e Zed ne rimase piacevolmente sorpreso, non tutti i cacciatori che aveva curato nella sua lunga, lunghissima carriera di medico.
Successivamente propose -Non creo che ti faccia bene stare qui con tutti questi mietitori a giro... potrei portarti a casa mia, così sistemi le tue cose, così ti puoi riposare, che inizieremo sia gli allenamenti che le ricerche sul identità i tuo padre... sospetto che tua madre le abbia nascoste molto bene per salvaguardare sia te che lui.-
Conosceva poco quella femmina proveniente dagli inferi, ma se c'era una cosa che sapeva sul suo conto è che era molto prudente.


 
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okkioniblu91
view post Posted on 24/8/2011, 22:48








© Alexiel Aldrich/Singer

:alexiel:
Alexiel era ancora poggiata, leggermente, contro lo schienale della sedia posta davanti la scrivania di quel dottore che da lì a pochi minuti si era rivelato come la fenice. Reputava ancora strano tutto ciò che era successo, ma almeno, in qualche modo, cominciava a credere nella possibilità che fosse vero.
Sapeva che, in qualche modo, prima di poter camminare nuovamente in mezzo alle persone, avrebbe dovuto imparare a gestire ciò che si stava manifestando con così tanta enfasi. Probabilmente, le sue capacità erano state sopite talmente da tanto tempo, da risultare quasi.. esplosive per chi la circondava.
La cacciatrice sospirò e rivolse nuovamente la sua attenzione a Zed, intanto che gli esponeva eventuali medicinali da prendere. Aveva già sentito parlare di quel farmaco e, in qualche modo, si fidava e avrebbe preso quello che doveva. Di fatti annuì, per poi sorridere leggermente quando la brezza calda, lasciata dalle sue ali, le sfiorò il viso, smuovendole leggermente i capelli.
Era come quando si ritrovava a correre in moto nei pressi di una spiaggia. D'estate l'aria era tiepida e a volte era soffocante. Sulla moto invece, riceveva quella brezza, in modo ben più che piacevole.
Le sue ali erano sul serio belle, probabilmente perché erano ricoperte da tante fiammelle luccicanti, sembrava quasi ricoperto di tante lucine colorate e l'alone che lo avvolgeva, era più vivido ed intenso di prima.
Abbozzò un lieve sorriso, in quanto alle stranezze che aveva nominato.
-Direi che allora la cosa potrebbe essere fattibile- affermò di conseguenza, scuotendo leggermente il capo con aria quasi divertita.
Aveva accettato il flaconcino che le aveva teso poco prima e gli lanciò una lieve occhiata, prima di raddrizzarsi ed ascoltare cos'altro aveva da dire.
Il suo ragionamento non faceva una piega, probabilmente aveva ragione ed era meglio rifugiarsi in casa che starsene lì, rischiando di far male a qualcuno, anche soltanto per sbaglio. La cosa era piuttosto grossa per essere ignorata.
Annuì e si alzò in piedi. -Speriamo che non tu non debba chiedermi risarcimenti per eventuali danni a casa tua, non si sa mai- commentò soltanto. A volte, risultava più forte fisicamente di quello che dimostrava, ma avrebbe cercato di contenersi, o almeno sperava.
-Come.. ci spostiamo? io ho la mia moto giù, hai un mezzo o vuoi un passaggio? comunque sia dovrei seguirti, dato che non so dove abiti- aggiunse, con un lieve sorriso.
per fortuna, essendo una cacciatrice, portava i suoi averi con sé e non erano poi così tanti.


 
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Akkai
view post Posted on 24/8/2011, 23:38








© ZED BLACKWOOD
:zed:
Zed si sentì sollevato nel capire che la ragazza aveva accettato la sua offerta, così gli sarebbe stato più facile aiutarla con i suoi poteri e con le ricerche suo padre.
Rise lievemente quando la ragazza disse ironica che sperava di non dover risarcire i danni e disse -Non ti preoccupare, basta solo che non demolisca l'edificio... non credo che gli altri condomini sarebbero d'accordo...-
Aveva cambiato così tante abitazioni che per lui ormai erano tutte uguali, non ci faceva più molto caso, le comperava già ammobiliate e non se ne occupava un gran che...
Chi sa che cosa avrebbero detto gli abitanti d'Eliopoli se lo avessero visto camminare così tranquillamente tra la folla come un comune mortale, quando, non molto tempo addietro, secondo i canoni di Zed, andava lì a deporre il suo nido.
Alla successiva domanda si fece pensieroso, per poi dire -Normalmente volerei, ma la gente inizierebbe a farsi qualche domanda su come riesca a farmi mezza San Francisco a piedi in meno di mezzo minuto, quindi sei fortunata.... ho la mia auto nel parcheggio riservato ai dipendenti...-
Già... e la moto, come la mettevano con la moto, non poteva rimanere parcheggiata a lungo lì.
Poi trovò quella che secondo lui era una soluzione -Potrei portare entrambi con la jeep a casa mia, io ritornerei qui volando e prenderei la tua moto... dovrei stare ben attento a non essere visto senza casco, ma per me si può fare.-
S'alzò, controllando la ragazza con la coda del occhio per vedere le sue reazioni e darle una mano in caso di bisogno.
Uscì dal suo studio medico a passi calibrati.
Poco distante da lì c'era un mietitore che aveva assunto l'aspetto di una giovane donna con i capelli legati in una crocchia molto stretta che stava vagando per l'ospedale aspettando che qualcun'altro morisse.
Fece un cenno di saluto a Zed, che ricambiò con un movimento che a qualunque osservatore esterno sarebbe parso casuale.
Disse sotto voce ad Alex -I mietitori sono delle creature figlie della morte e sue dipendenti, non averne paura, perché non ti faranno nulla, a meno che non sia giunta la tua ora e non arrabbiarti con loro, anche quando prenderanno l'anima di qualcuno a cui vuoi bene, perché loro non hanno alcuna colpa...-
Gli occhi del medico si rabbuiarono lievemente ricordando tutte le persone a cui aveva dovuto dire addio, ma era così che girava il mondo...
Lungo il percorso incontrarono altri mietitori, che Zed salutò allo stesso modo.
Si poteva quasi dire che era un loro amico, anche se forse non era il termine esatto... si poteva dire che avevano imparato a convivere.
Arrivati al esterno del edificio il sole picchiava ancora abbastanza, ma Zed non se ne curò più di tanto ed individuò subito la sua auto, parcheggiata poco distante a lì.
La aprì con il telecomando a distanza e poi avviandosi verso di essa disse più a se stesso che ad Alex -E pensare che un tempo solo i più ricchi avevano le auto e si riteneva che il corpo umano non riuscisse a sopportare una velocità superiore ai 40 km/h...-
Già, i cambiamenti del umanità lo affascinavano, anche se a volte lo lasciavano totalmente disorientato.
Salì sul auto ed aggeggiò tre secondi con la nuova radio, prima d'arrendersi e dire ad Alex -Metti quello che ti pare...-
Non aveva ancora avuto il tempo di leggere il libretto delle istruzioni e tentare di decifrarlo... cosa che normalmente gli prendeva giornate intere.
Jeep

 
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117 replies since 23/8/2011, 16:23   1110 views
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